”Se non riesci a ricordare dove hai messo le chiavi, non pensare subito all’Alzheimer; inizia invece a preoccuparti se non riesci a ricordare a cosa servono le chiavi.”
Rita Levi Montalcini
Può capitare a tutti di avere qualche dimenticanza, soprattutto se in quel momento vi è un calo d’attenzione, concentrazione e motivazione. Sono presenti, tuttavia, alcuni aspetti che possono essere ritenuti dei campanelli d’allarme, segnali che possono far insospettire e far pensare ad una sospetta demenza.
L’Associazione Alzheimer USA e Canada (2005) ci presenta una lista di campanelli d’allarme della malattia di Alzheimer.
1) Vuoti di memoria che interferiscono con la vita di tutti i giorni.
Ecco uno dei segnali più comuni della malattia di Alzheimer. I vuoti di memoria fanno riferimento soprattutto ad eventi recenti e, più passa il tempo, più le dimenticanze diventano frequenti.
2) Non si è più in grado di fare cose che prima si facevano abitualmente.
Può succedere a chiunque di dimenticare l’arrosto in forno, ma è ben diverso se si dimentica completamente di aver cucinato un pasto o di servirlo.
3) Il fenomeno della “punta della lingua”.
Può capitare a tutti di avere una parola sulla punta della lingua e non riuscire ad esprimerla. Si parla di campanello d’allarme quando questo fenomeno diventa molto frequente o quando si incominciano a sostituire parole semplici con parole senza senso (ad es. dire ”taculo” invece di ”tavolo”).
4) Perdita dell’orientamento spazio-temporale.
Tra i campanelli più conosciuti vi è proprio questo. Non ricordare le date, non distinguere le stagioni, non ricordare più come percorrere la strada di casa o non riuscire, improvvisamente, a capire dove ci si trova, sono tra gli esempi più frequenti di disorientamento.
5) Conservare gli oggetti nei posti più insoliti.
A tutti può capitare di cercare le chiavi e poi di trovarle attaccate alla macchina. È ben diverso mettere le chiavi nel cassetto delle posate o mettere la carne invece che nel frigo nell’armadio dei vestiti.
6) Difficoltà nel gestire il denaro.
Tutti possono scambiare 20 centesimi per 50 centesimi ma la situazione cambia se si scambiano 5 euro con 50.
7) Alterazioni del tono dell’umore.
I cosiddetti ”giorni NO” li attraversiamo tutti ma uno dei modi in cui inizialmente può manifestarsi la malattia di Alzheimer è con improvvisi e frequenti sbalzi d’umore immotivati.
8) ”Non è più la persona che conoscevo”.
Con l’avanzare dell’età è normale che alcuni aspetti del carattere si accentuino. Tuttavia, a volte, si verifica un mutamento radicale del carattere (ad esempio una persona che in passato si contraddistingueva per un temperamento mite, improvvisamente diviene impulsiva e irascibile).
9) Difficoltà nel vestirsi.
A chi non è capitato di mettere una maglietta al rovescio? La situazione cambia se ci si mette un abito estivo in pieno inverno o si usa l’accappatoio invece della giacca.
10) Mancanza d’iniziativa.
Se è vero che nella vecchiaia si tende ad esser più stanchi e meno dinamici, non fa parte del normale invecchiamento la completa perdita degli interessi che si avevano in precedenza, la cura della propria igiene personale e del proprio ambiente domestico.
Se alcuni campanelli sono suonati, bisogna prendere in considerazione l’ipotesi di contattare uno specialista. È importante tener sempre presente che in ogni fase della malattia è possibile una prevenzione finalizzata a ridurre le conseguenze del danno cerebrale e le eventuali complicanze. Inoltre, un livello di stimolazione ambientale adeguato e in sintonia con le risorse presenti, può essere di estrema rilevanza per il rallentamento del declino cognitivo e funzionale fin dalle prime fasi.
Dott.sa Milena Barone – Psicologo Padova
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