“Mio figlio non dorme”  – Il sonno del bambino

sonno del bambino

Si definisce insonnia infantile la presenza per più di tre notti a settimana di uno dei seguenti sintomi riferiti al sonno del bambino:

1) difficoltà ad addormentarsi (>30-45 min).
2) Risvegli con difficoltà ad addormentarsi (>2 per notte).
3) Risvegli precoci.
4) Sonno superficiale (si sveglia al minimo rumore).

La difficoltà a dormire nell’infanzia è molto diffusa; riguarda, infatti, circa 1 bambino su 3. Purtroppo quando si presenta questo tipo di problema, tutta la famiglia ne risente perché:

  • Spesso l’insonnia ha effetti comportamentali sul bambino (iperattività, aggressività, irritabilità, affaticamento etc…);
  • Anche i genitori non riescono a riposare corpo e mente e ad affrontare in modo ottimale i nuovi impegni della giornata.

 

Com’è il sonno di un neonato?

 I ritmi sonno-veglia dei neonati non sono come quelli dell’adulto; nei primi mesi infatti i ritmi sono legati ai bisogni primari del bambino (fisiologici ed emotivi).

primi 4 mesi: la madre si adatta ai ritmi del figlio.

– Dopo 4 mesi: gradualmente è il figlio ad adattarsi ai ritmi della mamma e sviluppa un sistema auto consolatorio per cui può riuscire, quando si risveglia, a riaddormentarsi da solo. In questa fase è d’aiuto dare dei ritmi regolari in modo che si abitui a dormire di notte.

Rispetto all’adulto il neonato ha un sonno più leggero ed i cicli sono invece molto più veloci. Gradualmente, con il passare dei mesi, i cicli si allungano.

 

Non preoccupatevi se il vostro bambino mentre dorme:

– Ha improvvisi sussulti, muove gli occhi velocemente o muove leggermente il viso, sono tutti segni che fanno parte del sonno attivo.

– Fa espressioni di sorpresa, paura, rabbia, felicità. Questi segni suggeriscono che il cervello sta apprendendo le emozioni e la capacità di comunicare.

 

Come cambia nel tempo il sonno del bambino?

  • 1 – 4 mesi: il sonno del bambino si protrae per la maggior parte del giorno.
  • 4-6 mesi: il bambino inizia a dormire 12-14 ore in totale, può dormire anche per 6 ore durante la notte e sta sveglio per più tempo durante il giorno. La luce ed il buio iniziano a guidare il ritmo sonno-veglia.
  •  6 mesi-4 anni: il tempo di sonno si riduce fino a 10-12 ore totali. si passa da 3-4 sonnellini giornalieri a 6 mesi, a 2 verso i 12 mesi, poi uno solo di pomeriggio, un po’ più lungo, a 18 mesi. A 9 mesi vi è un aumento dei risvegli notturni che continua fino ai 2-3 anni. Le motivazioni sono varie:

1) è a 8-9 mesi che aumenta l’ansia di separazione.

2) il bambino durante la veglia inizia a conoscere il mondo più a fondo; lo stato di sonno appartiene per lui ad un mondo diverso da quello della veglia e, pertanto, l’andare a letto è spesso affrontato con paure ed ansie, in quanto il bambino sta per affrontare un mondo sconosciuto. Qui entra in gioco l’indispensabile “base sicura” del genitore che rassicurerà il bambino.

NB: più o meno a partire dai 2 anni le regole riguardanti il sonno diventano un vero e proprio campo di educazione del bambino.

  • 5-12 anni: il sonno diventa simile a quello degli adulti, con durata tra 8-10 ore notturne senza riposino diurno. Il bambino si addormenta più velocemente e un po’ più tardi rispetto a prima.
  • Adolescenza: il sonno è di 8-9 ore, fino a quando si riduce di 2-3 ore, motivo per cui vi è un aumento fisiologico della sonnolenza diurna in concomitanza alle modificazioni ormonali. A volte, infatti, ricompare il sonnellino diurno.

 

Cosa fare? 

  • Impara a seguire i segnali del tuo bambino per aiutarlo a soddisfare i suoi bisogni.
  • Evitare il paragone con altri bambini. I bambini non sono tutti uguali; pertanto se prima si è avuto un altro figlio, non è detto ciò che andava bene con uno vada bene pure con l’altro, che le ore complessive di sonno e la durata di ogni ciclo siano le stesse.
  • Non far giocare eccessivamente tuo figlio nell’ora precedente alla nanna: invece di stancarsi sarà stimolato eccessivamente e poi gli sarà difficile dormire.
  • Lasciare il bambino piangere “perché smetterà e dormirà” non è un buon modo per gestire il problema. Il pianto è la comunicazione di un bisogno e il bambino si addormenterà serenamente solo quando acquisterà sicurezza in se stesso, dopo aver capito che in caso di bisogno i genitori ci saranno. Il punto non è se il bambino piange o no, il punto è  fare in modo che acquisti fiducia nel vostro accudimento e la naturale conseguenza sarà che piangerà meno.
  • Riposate! Il vostro riposo è fondamentale per cogliere i bisogni del vostro bambino e rispondervi in modo sereno; è dimostrato, inoltre, che il riposo aiuti a prevenire la depressione post-partum.

 

La consulenza sul sonno del bambino

La consulenza sul sonno del bambino si incentra sulle esigenze del bambino e dei suoi genitori per aiutare, in modo personalizzato, senza forzature e con dolcezza a ritrovare il sonno.

A seconda dei casi la durata è di uno o più incontri, con il/i genitore/i ed il bambino, in cui si cerca di capire la situazione e si individua una soluzione condivisa che possa andare bene per quella specifica famiglia. Gli incontri possono svolgersi anche online.

Avete trovato questo articolo sul sonno del bambino interessante o vorreste che venissero approfondite alcune parti? Scrivetelo in un commento!

Oppure, se avete bisogno di chiarimenti o delle domande da pormi sul sonno del bambino o su altri argomenti, non esitate a contattarmi in privato.

 

Dott.ssa Milena Barone – Consulente sul sonno del bambino – Psicologo Padova