I bambini, soprattutto nei primi mesi di vita, trascorrono buona parte della loro giornata dormendo. Ma che ruolo rivestono questi frequenti riposini? Come il sonno influenza la memoria nei bambini?
L’osservazione del proprio piccolo e l’ascolto dei suoi bisogni ci fa percepire che, nel pomeriggio, abbia necessità di dormire. L’esperienza ci fa notare che, dopo il riposino, i bambini siano più attivi, vivaci e sereni. Quella che fino ad ora era una semplice regola data dal buon senso e dal cuore di mamma, adesso è avvalorata da una base scientifica. Infatti, un recente studio dell’Università di Sheffield, pubblicato sulla rivista ‘Proceedings of the National Academy of Sciences’ fa luce su uno dei motivi per cui i bambini dormono così tanto.
Lo studio su come il sonno influenza la memoria
Ma andiamo a vedere più nello specifico di cosa si tratta. Stiamo citando una ricerca il cui obiettivo era quello di verificare la presenza di una relazione tra memoria e sonno. A questo studio hanno preso parte ben 216 bambini di età compresa tra 6 e 12 mesi. La ricerca prevedeva che venissero insegnate ai bambini delle azioni nuove. Successivamente, una parte dei bambini dormiva fino a 4 ore, l’altra parte non dormiva o dormiva per un tempo inferiore ai 30 minuti. Dopo 4 e poi dopo 24 ore veniva chiesto ai bambini quanto era stato insegnato loro. I risultati sono stati sorprendenti! È emerso che il gruppo dei bambini che non aveva dormito o aveva dormito poco, non ricordava quanto insegnato. Quelli che, invece, avevano potuto beneficiare del pisolino, dimostravano di aver appreso quanto imparato prima della nanna. Questi risultati suggeriscono che i sonnellini tra i 6 e i 12 mesi favoriscano l’apprendimento. Il momento più propizio per l’apprendimento è, dunque, proprio quello prima del pisolino.
I risultati di questa ricerca sono confermati da uno studio simile a quello appena riportato, ma effettuato nell’università del Massachusetts. Questa ricerca ha approfondito il valore del pisolino pomeridiano anche tra bambini “più grandi” che avevano al massimo 6 anni di età. E’ stato concluso che il sonnellino pomeridiano facilita e incentiva la memoria. Nello specifico viene incentivata la sedimentazione di quanto appreso prima del pisolino, comprese le nuove esperienze. In altre parole, durante il sonno, è molto probabile che si vengano a creare nuove connessioni tra i neuroni. Ciò aumenta notevolmente la probabilità che una data azione venga appresa e che una nuova esperienza venga sedimentata.
Quest’ultimo aspetto lo sottolinea anche la ricercatrice e psicologa Rebecca Spencer, autrice dello studio; la Spencer afferma, inoltre, che per i bambini in età prescolare il sonnellino serva anche a ricordare meglio ciò che hanno imparato alla scuola materna.
E dopo i 6 anni cosa accade?
I consigli e le evidenze scientifiche restano le medesime: il sonno è fondamentale per la memoria. In questo caso le ricerche considerano il sonno durante la notte in quanto, generalmente, il pisolino a quest’età non sia più necessario. Il sonno notturno rimane comunque importante; è, unfatti, un aiuto fondamentale per la rielaborazione ed il consolidamento di nuove parole e concetti incontrati durante il giorno, anche a scuola. Dormire meno rispetto ai bisogni individuali, può influire sulla concentrazione e rendere più difficile il consolidamento dei ricordi, di parole, azioni e concetti nuovi.
Riassumendo, il sonno influenza la memoria! Possiamo affermare che il sonno notturno e il pisolino pomeridiano siano importantissimi nei primi anni di vita del bambino. Uno dei motivi è la stretta relazione tra sonno e consolidamento della memoria. Dunque, pisolino e sonno notturno sono dei veri toccasana per rafforzare la memoria dei nostri piccoli!
Dott.ssa Milena Barone
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